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3.3 Da spettatore a fabbricatore

Il cinema, nel rivolgersi ad un destinatario, pone a suo carico alcuni compiti: uno di questi è la decodifica del linguaggio filmico, che può estendersi su vari livelli di significato. Inoltre, la partecipazione dello spettatore è necessaria per completare il senso del film, attuando operazioni come la selezione delle informazioni e la loro interpretazione.

Valeria De Rubeis, ricercatrice dell'Università La Sapienza, ha osservato un ulteriore aspetto del ruolo attivo rivestito dallo spettatore:

Considerando separatamente gli aspetti tecnici da quelli onirici, il cinema risulta un ibrido che media l'esperienza del reale e accende nuovi processi psichici. Questo perché il pubblico è chiamato a trasformare la tecnologia in "magia", coniugando ragione e sentimento.[96]

Un caso esemplare di narrazione volutamente imperfetta, che parrebbe completarsi solo grazie all'intelletto dello spettatore, è Mulholland Drive (Mulholland Dr., David Lynch, 2001), che sul piano narrativo, coerentemente allo stile del regista, trabocca di simboli il cui significato non è esplicito, né comune ad alcun sistema di rappresentazione noto. Il film quindi mostra significanti il cui significato è diverso per ogni spettatore.

L'operazione, in particolare la presenza di una misteriosa scatola blu il cui contenuto non viene mostrato, è la stessa attuata da Luis Buñuel in Bella di giorno (Belle de jour, 1967), in cui la protagonista riceve in regalo una scatolina da cui proviene un ronzio. La sequenza non permette di determinare cosa vi sia dentro, e così il meccanismo stimola l'immaginazione dello spettatore. È interessante ricordare come al funzionario italiano preposto alla redazione del visto di censura risultò impossibile non dare una interpretazione soggettiva della sequenza, indicando nella documentazione da lui prodotta che il contenuto della scatola fosse una mosca.

 

La partecipazione attiva dello spettatore si rende necessaria anche in esperimenti come Timecode (Mike Figgis, 2000), opera che avremo modo di analizzare più avanti. Film come questo richiedono che lo spettatore alteri la propria modalità di visione, costringendolo a selezionare con lo sguardo la porzione del quadro che intende seguire, in una sorta di «zapping oculare».

 

L'abbassamento dei prezzi e la facilità di reperimento di tecnologie audiovisive consumer, cioè destinate all'utente medio, ha comportato la definizione di un processo di progressiva «democratizzazione» di ripresa e montaggio, attività che in passato erano appannaggio esclusivo di studi e aziende specializzate.

La premessa dell'addomesticamento della tecnologia video è la possibilità per chiunque di farsi regista e curare ogni aspetto della propria opera, dall'ideazione alla post-produzione, fino alla sua diffusione.

Michela Greco, nel suo saggio sull'impiego del digitale nel cinema italiano, sottolinea il carattere di individualità apportato dalla «democrazia digitale», capace di produrre una speciale «forma autarchica di cinema».[97]

Sharkwater (Rob Stewart, 2006) è un film documentario scritto, diretto, interpretato, e prodotto dal biologo marino Rob Stewart, che mira ad informare sulle reali condizioni degli squali nel mondo al fine di salvaguardarne la sopravvivenza, minacciata in alcuni mari dalla caccia illegale.[98]

Un ventitrenne canadese dallo psedonimo di Lucifer Valentine ha realizzato il film underground Slaughtered Vomit Dolls (2005), un B-movie che narra di una ragazzina bulimica in costante preda di allucinazioni e incubi. Il giovane autore ha seguito tutte le fasi di lavorazione del film, con l'inconveniente di quella che è stata definita una "one-man-show syndrome", ovvero la difficoltà per un regista di montare un film da lui stesso girato, perché il suo rapporto intimo con le immagini che ha prodotto lo rende incapace di tagliarle.[99] Il film, che non poteva contare su un particolare supporto della critica, ha goduto di un discreto successo di nicchia grazie all'azione in rete degli amanti del genere gore[100].

 

Il World Wide Web costituisce per molti operatori indipendenti una grande occasione per la diffusione delle proprie opere audiovisive, a costi ridotti o nulli. Spazi di promozione capaci di raggiungere un'audience mondiale sono a disposizione di ogni filmaker, rendendo possibile il confronto su scala internazionale di diverse forze creative.

Interazione e cooperazione tra utenti contraddistinguono quello che prende il nome di "Web 2.0", termine che indica l'insieme di contenuti messi in rete dagli utenti stessi, e che viene idealmente opposto ad una concezione del web come piattaforma attraverso cui i grandi distributori di contenuti possano veicolare i propri prodotti.

La raggiunta maturità delle infrastrutture per la telecomunicazione e degli standard su cui è costruito il web ha consentito, negli ultimi tre anni, il proliferare di servizi di video-sharing, ovvero siti per la condivisione di materiale video, come "Youtube", "Metacafe" e "Vimeo".

Si realizza così la profezia di Andy Warhol, secondo cui «in futuro tutti saranno famosi per quindici minuti», frase scelta come incipit di 15 minuti: Follia omicida a New York (15 Minutes, John Herzfeld, 2001).

I portali di video-sharing danno vita ad un sistema veramente meritocratico, perché i contributi video possono essere catalogati per genere, commentati e votati, accrescendo così la propria visibilità.

Tuttavia, osservando le classifiche dei video guardati con più frequenza, si nota come tra quelli che si mantengono ai vertici non figurino quasi per nulla opere di finzione, e vi sia invece una predominanza di filmati divertenti, o riprese di attività curiose, rientranti comunque a pieno titolo nella definizione di "entertainment".

 

La facilità con cui è possibile dare vita a progetti cooperativi è l'origine di entusiastici tentativi di coinvolgimento dello spettatore nella co-produzione di film o documentari, anche quando questi debbano ancora essere realizzati.

Al destinatario finale viene chiesto di contribuire economicamente al budget di produzione pre-acquistando una copia del dvd, azzerando così il rischio di un insuccesso commerciale. Per ogni proposito di produzione collettiva è richiesto che un numero minimo di persone aderiscano al progetto, per garantire che le spese di produzione siano recuperate.

Il produttore e autore Matt Hanson ha avviato nel 2005 il progetto per la realizzazione del film A Swarm of Angels, definito come un primo esempio di «cinema 2.0».[101] L'idea è di fare aderire all'iniziativa 50.000 sottoscrittori, per l'appunto lo stormo di angeli del titolo, perché finanzino il film e ne discutano gli aspetti organizzativi e artistici tramite un forum. La campagna promozionale del progetto pone particolare fiducia sulle potenzialità relazionali e di marketing dello «stormo». Il film dovrebbe poi essere rilasciato con una licenza Creative-Commons, che ne permetta una libera riedizione creativa e lo mantenga libero da eventuali lucchetti elettronici.

 

Il sito “AdoptThisMovie.com”[102], per la realizzazione del film A Midsummer Nightmare, ancora in pre-produzione, ha chiesto ai visitatori di contribuire alle spese di produzione "adottando" un fotogramma del film per 10 dollari.

 

In Italia The Role Player[103], sottotitolato come «il primo film interattivo», è un progetto di produzione dal basso, vale a dire sostenuto economicamente con una sottoscrizione popolare. I partecipanti all'iniziativa hanno potere decisionale su molti aspetti artistici del film, pronunciandosi su scelta degli attori, commento musicale, montaggio del trailer, e potranno seguire in streaming le fasi di ripresa. Nonostante l'interesse della stampa per il progetto, la difficoltà a raggiungere la quota di sostenitori prestabilita ha fatto rimandare di anno in anno l'avvio della fase di produzione.

In maniera simile, l'ambizioso progetto "AdoptAMovie.com"[104], avviato nel 2006, prevedeva di raggiungere la cifra di due milioni di dollari entro il gennaio 2008, promettendo di accreditare i donatori nei titoli di coda come produttori associati. Attualmente, il progetto è fermo ad una cifra di poco superiore ai duemila dollari.

Si può supporre che l'incertezza economica che mina queste iniziative possa essere abbattuta garantendosi in parte l'accesso a finanziamenti derivati dal coinvolgimento di aziende che abbiano un ruolo nella distribuzione, come ad esempio le compagnie televisive.

 

Tuttavia, nell’esempio delle produzioni dal basso, il valore aggiunto è dato dalla condivisione dell'esperienza e delle conoscenze professionali, in linea con la filosofia alla base di internet.

"SelfCinema-Adopt-a-movie"[105] è un'associazione italiana che si propone di distribuire film indipendenti, spingendo gli spettatori ad «adottarli». Il suo proposito si è realizzato nella distribuzione in sala della pellicola L'estate di mio fratello (Pietro Reggiani, 2005), solo dopo aver raccolto un fondo di base tramite le prevendite.

 

Anche in ambito musicale, le possibilità promozionali offerte da internet hanno dato vita a sistemi innovativi di finanziamento, da parte dei navigatori, di opere in via di realizzazione.

"Sellaband.com"[106] è un servizio on-line che permette l'ascolto e il finanziamento di band che aspirano a produrre un disco. Se la band raccoglie sufficienti donazioni, viene chiamata a registrare un album da vendere on-line e sul mercato discografico internazionale, ridistribuendo una percentuale degli incassi agli utenti che avevano finanziato il disco in origine.

 

In occasione del lancio nelle sale di film molto attesi, perché adattamenti cinematografici di libri o videogame che già avevano cementificato un rapporto idolatrico tra fan e opera, come nel caso dei film su Harry Potter (Chris Columbus et alii, 2001, 2002, 2004, 2005, 2007), ha luogo una sorta di «evento-film», cui a volte gli spettatori pervengono in costume, vestiti come i personaggi del film, secondo un fenomeno che prende il nome di cos-play (contrazione di costume play).

Un film diventa cult solo se viene percepito come tale da una comunità di appassionati, esercitando quindi il potere di determinare l'appartenenza di un individuo ad una cerchia di persone a lui affini, e di conseguenza anche la sua identità.

 

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